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Viale Alcione, 135/B, Francavilla al Mare CH
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Chi sono

Ciao sono Andrea Di Crescenzo, ho 42 anni e sono un fisioterapista.

Da sempre appassionato per gli sport e da sempre praticante di calcio , avevo sin da piccolo una grande attrazione verso la figura del fisioterapista. Era quello che consideravo essere tra i lavori che avrei voluto fare in futuro.

Le dinamiche della vita mi hanno però portato su altre strade, accantonando quello rimaneva solo un sogno. Dopo il diploma infatti, ho iniziato un percorso completamente diverso. Dapprima come impiegato in un ufficio tecnico, poi come responsabile di un grande magazzino e infine come disegnatore cad. In questo periodo però , mi rendevo conto di non essere soddisfatto, prendendo quindi coscienza del fatto che non era quello il lavoro che avrei potuto e voluto fare nella mia vita. In un attimo di lucida incoscienza mi sono licenziato e iniziato a preparare il concorso per entrare alla facoltà di fisioterapia, consapevole del fatto che non sarebbe stato per niente facile. La facoltà era infatti a numero chiuso e viste le numerose domande la possibilità di rientrare nei primi trenta era molto difficile. La tenacia nel voler ottenere qualcosa di importante e ovviamente la dea bendata mi hanno permesso di vincere il concorso e iniziare il percorso di studi che avevo sempre desiderato. I tre anni furono molto stimolanti ma altrettanto impegnativi per il notevole numero di ore tra studio, lezioni e tirocini.

Con immensa soddisfazione il 20 ottobre 2005 sono riuscito a laurearmi con il massimo dei voti. Tre giorni dopo sono stato assunto da un centro di riabilitazione iniziando subito a lavorare. Svolgevo trattamenti domiciliari e trovarmi faccia a faccia con il primo paziente senza avere nessun che ti guidasse e consigliasse su come operare è stato molto difficile ma anche molto stimolante.

Negli anni successivi ho maturato tre anni di esperienza presso una clinica privata dove ho fatto tanta esperienza in ambito ortopedico ma sopratutto maturato la convinzione di migliorarmi per per arrivare ad avere uno studio tutto mio. Cosi dopo non molto sono finalmente riuscito nell’intento. Inizialmente non è stato facile, ricordo i primi mesi dove le persone che venivano non mi permettevano nemmeno di recuperare le spese di gestione ma ormai dovevo persistere, farmi conoscere ed andare avanti con tenacia.

Per questo ho continuato a studiare, aggiornarmi e sopratutto ho cercato di specializzarmi il più possibile sia in ambito ortopedico che posturale.

Appena potuto, ho pian piano investito su macchinari di ultima generazione approfondendone lo studio per ottimizzare al massimo le prestazioni e l’efficacia.

Sulla convinzione che l’aggiornamento sia alla base del risultato, ho valutato con attenzione il percorso da intraprendere ed iniziato i corsi che ritenevo potessero essere indispensabili per lavorare con criterio e autonomia.

Con l’esperienza acquisita in questi anni di lavoro, ho identificato un metodo unico e mirato che pone l’attenzione del mio operato sulla causa e non sul sintomo del problema. La politica dei dieci massaggi e del lavorare su protocolli standardizzati, non fa parte del mio modus operandi.

Uno stesso dolore ha quasi sempre cause diverse e se l’attenzione non viene posta sulla causa il problema sarà sempre presente.

Mi piace il mio lavoro perché ti permette di vedere star meglio le persone. Ognuno con le proprie problematiche e ognuno con i propri bisogni da soddisfare. E’ fortemente gratificante aiutare l’atleta che torna in campo dopo un brutto infortunio, cosi come la persona anziana che riesce a tornare a camminare e muoversi senza fatica.

Lavorare in uno studio proprio vuol dire mettere sempre il 101%, non avere mai fretta, lavorare con calma e scrupolosità, riuscire a mettere tutte la proprie competenze e impegno per far tornare la persona a stare bene ed essere soddisfatta.

Se vuoi venire a conoscere tutte le metodiche che utilizzo o se vuoi semplicemente qualche informazione, ti aspetto nel mio studio di Francavilla al mare in viale Alcione 135/b.

Ti aspetto!!!

FLYCONPOWER -training innovation-

FLYCONPOWER® nasce dalle competenze tecniche, dallo studio e dall’intuizione di professionisti di elevata esperienza e qualificazione nel settore della preparazione atletica e della biomeccanica.

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I noti benefici del lavoro eccentrico (corroborati da oltre 20 anni di validazioni scientifiche), uniti ad alcune caratteristiche uniche di FLYCONPOWER®, portano il nostro macchinario ad una vasta popolarità ed utilizzo nell’allenamento sportivo, nella riabilitazione e nella prevenzione degli infortuni.

FLYCONPOWER® permette di eseguire una moltitudine di movimenti in posizioni molto simili ai movimenti sportivi, consentendo un tasso massimo dello sviluppo della forza ed un elevato grado di specificità biomeccanica.

Le esercitazioni possibili con FLYCONPOWER® avendo grande libertà di movimento, unite a lavori di torsione e/o in condizioni di instabilità, contribuiscono all’obiettivo di coinvolgere effettivamente tutti i muscoli impegnati nel movimento specifico, riproducendo esattamente la situazione in cui il muscolo lavora durante l’attività sportiva con forza e velocità variabile, accelerando e decelerando, ricreando così uno stimolo più “reale e funzionale”.

La qualità del rapporto falt flyconpower adfisio orza-velocità specifico di FLYCONPOWER®, ottimizza la capacità dinamica del sistema neuromuscolare alla funzione in varie condizioni di carico dinamico e, pertanto, ha notevole importanza nell’esecuzione dei movimenti e dei gesti sport-specifici.

Le ricerche scientifiche che si sono occupate dell’efficacia del metodo iso-inerziale hanno evidenziato una maggiore produzione di forza e di potenza, espressa a differenti angoli articolari, rispetto ai “pesi liberi”. Inoltre, tali metodiche si sono rivelate utili anche nella prevenzione di infortuni muscolari e tendinei. Tralasciando questa metodologia dall’ambito della ricerca scientifica di base da un punto di vista pratico, possiamo affermare che FLYCONPOWER® rappresenta un passo avanti per un TOTAL TRAINING volto a migliorare il movimento oltre che la forza del singolo muscolo.

 

FLYCONPOWER® si colloca perfettamente nel panorama dell’allenamento moderno, consentendo di produrre movimenti funzionali, pur esprimendo la massima forza possibile, sollecitando con una sola azione tutti i muscoli interessati al gesto.

FLYCONPOWER® permette di migliorare questa capacità, sia attraverso movimenti ad alta forza e bassa velocità che ad alta velocità e bassa forza.

FLYCONPOWER® lo trovi nel nostro studio Adfisio in viale alcione 135/b a Francavilla al mare.

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Programmi personalizzati per prevenzione degli infortuni, allenamento sportivo, rieducazione funzionale e riabilitazione.

ONDA D’URTO

ALTAMENTE EFFICACE NEL TRATTAMENTO DEL DOLORE

La terapia ad Onde d’urto BTL rappresenta un’innovativa soluzione non invasiva per il trattamento del dolore muscolo-scheletrico cronico. La terapia ad Onde d’urto extracorporea è frequentemente utilizzata in fisioterapia, ortopedia e medicina dello sport. Le applicazioni sono per lo più associate al trattamento di problemi cronici muscolari e tendinei, schiena e dolori cervicali.

La maggior parte delle indicazioni più comuni includono: dolore alla spalla, epicondilite, dolore alla schiena, dolore al tendine di Achille, tendinite e trigger points.

Durante la terapia, le onde acustiche ad alta intensità interagiscono con i tessuti del corpo. Questo meccanismo genera una cascata di effetti benefici tra cui la ricrescita di neovascolarizzazione, l’inversione di un’ infiammazione cronica, la stimolazione del

collagene e la dissoluzione di accumuli di calcio. La stimolazione di questi meccanismi biologici crea una condizione ottimale per la guarigione. Poiché l’area affetta dal problema ritorna alla normalità, la funzionalità viene ripristinata e il dolore alleviato.

MECCANISMO D’AZIONE

Le onde d’urto sono onde acustiche che trasportano alta energia alla zona del dolore e ai tessuti fibrosi o muscolo scheletrici in condizioni subacute, sub croniche e croniche.

Questa energia favorisce processi rigeneranti e recuperativi dei tendini, delle ossa e dei tessuti molli.

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terapia onda d’urto adfisio francavilla al mare

EFFETTI

  • ANALGESICO

DIMINUZIONE DELLA TENSIONE MUSCOLARE, INIBIZIONE DEGLI SPASMI

  • ACCELERAZIONE DELLA GUARIGIONE

AUMENTO DELLA PRODUZIONE DI COLLAGENE

MIGLIORAMENTO DEL METABOLISMO E DELLA MICROCIRCOLAZIONE

  • RIPRISTINO DELLA MOBILITÀ

DISSOLUZIONE DEI FIBROBLASTI CALCIFICATI

INDICAZIONI PIU’ COMUNI

  • DOLORE  SPALLA (CALCIFICAZIONE,TENDINITE,SINDROME DA URTO)
  • GOMITO DEL TENNISTA (EPICONDILITE),GOMITO DEL GOLFISTA (EPITROCLEITE)
  • BORSITE TROCANTERICA
  • DOLORE NELLE INSERZIONI DEL TENDINE DEL GINOCCHIO, SINDROME ROTULEA
  • ACHILLODINIA
  • SPERONE CALCANEARE
  • FASCITE PLANTARE
  • SINDROME ANTERIORE TIBIALE
  • PUBALGIA
  • TUNNEL CARPALE
  • TRIGGER POINT

RISULTATI SCIENTIFICAMENTE PROVATI

La terapia ad onde d’urto ha suscitato grande interesse nel campo della fisioterapia negli ultimi 25 anni. Basata su un supporto scientifico, ha aiutato i pazienti ad eliminare i propri problemi laddove la terapia convenzionale ha sortito esito negativo.

  • PAZIENTI SODDISFATTI: PIU’ DEL 75%
  • DIMINUZIONE DEL DOLORE : RISOLUZIONE COMPLETA
  • SOLILIEVO A LUNGO TERMINE : NESSUNA RECIDIVA NEI 6 MESI SUCCESSIVI
  • RAPIDO RITORNO ALLO SPORT : 85% DEI PAZIENTI

 

PER MAGGIORE INFO TELEFONA AL 3926376856 O VIENICI A TROVARE PRESSO LO STUDIO ADFISIO IN VIALE ALCIONE 135/B PIAZZA ASTEROPE -FRANCAVILLA AL  MARE

FISIOTERAPIA E PREVENZIONE PER LO SPORT

FISIOTERAPIA E PREVENZIONE PER LO SPORT

 

L’attività fisica regolare è uno dei principali fattori protettivi per le malattie cardiovascolari e degenerative. Per questo motivo la pratica di attività sportive viene incoraggiata sin dall’età infantile perché possa consolidarsi come sana abitudine di vita.

Oggigiorno sono in numero sempre crescente le persone che proseguono la pratica sportiva oltre i 40 anni e forse ancora più numerose  quelle che iniziano a fare sport, anche a livello agonistico, dopo quest’età. L’intensità, la durata e il grado di complessità della pratica sportiva sono dunque generalmente aumentati e con essi il rischio di lesioni fisiche per lo sportivo praticante.
La partecipazione a uno sport comporta inevitabilmente un rischio di infortunio. Per ridurre questo rischio al minimo bisogna intervenire su diversi fattori critici dai quali dipende la possibilità di un’efficace prevenzione primaria.
Mentre nel professionista gli infortuni possono aumentare in base ad un sempre maggiore impegno nell’allenamento per il raggiungimento di migliori prestazioni, nell’amatore aumentano certo anche in funzione di un carico maggiore.

Questo, perchè si mettono in atto cattive strategie di allenamento, consigli tecnici inadeguati (per sentito dire o suggeriti dall’amico), abitudini alimentari “estreme” e molto poco personalizzate, tempi di recupero inadeguati, e soprattutto una scarsa conoscenza delle proprie capacità fisiche.
La maggior parte degli infortuni che si verificano, sono a differenza di ciò che si può pensare da sovraccarico e non da contatto.
Questo deve far riflettere e sopratutto far capire che, attraverso la prevenzione si riesce indiscutibilmente a evitare o quantomeno a ridurre al minimo la possibilità di farsi male.

 

Come evitare e sopratutto prevenire gli infortuni???

Sia chiaro che un lavoro preventivo ottimale include la partecipazione di tutte quelle figura professionali che possono portare benefici (fisioterapista, nutrizionista, medico dello sport, allenatore, istruttore etc) ma nell’articolo specifico tratterò tutte quelle componenti legate alla sfera motoria/riabilitativa.

Il lavoro, da me svolto nel mio studio, sia su atleti che su semplici sportivi amatoriali, prevede un protocollo personalizzato che si basa essenzialmente su 3 cardini principali:

rieducazione posturale;

propriocezione;

coordinazione e stabilizzazione;

Tutto ciò garantisce una migliore elasticità, una migliore capacità neurocognitiva e un aumento della tonicità e della forza muscolare.

La postura, come abbiamo visto nei precedenti articoli è a mio avviso, l’elemento più importante sul quale lavorare. Attraverso l’utilizzo di posture che vadano a lavorare sulle varie catene muscolari otterremo un muscolo più forte in quanto più elastico e con conseguente ridotta possibilità d’infortunio. Ricercare e lavorare sulla catena muscolare rigida e quindi debole, produrrà un miglioramento globale di tutta la postura.

Per ottenere questi risultati, abitualmente utilizzo la tecnica posturale di Souchard (R.P.G.), il metodo Raggi (Pancafit), e l’ausilio di diversi attrezzi riabilitativi (tavolette propriocettive, elastici, fitball e fluiball).

Come detto, un altro elemento importante su cui lavorare è la propriocezione, ossia la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo in relazione con lo spazio.
Attraverso specifici esercizi, l’obiettivo perseguito è quello di ottimizzare la capacità di cogliere in maniera più reattiva i segnali (muscolari e articolari) provenienti dalle parti periferiche del corpo e soprattutto dagli arti inferiori. Gli esercizi tipici della ginnastica propriocettiva sono sostanzialmente tesi a ricreare una condizione di instabilità per abituare lo sportivo a reagire nel modo corretto in quelle determinate situazioni (che sono poi quelle che più tipicamente favoriscono gli infortuni).
La tecnica d’allenamento si basa su sollecitazioni controllate ed applicate alle articolazioni, utilizzando sia esercizi in scarico che in carico naturale, in appoggio sul terreno o su piani oscillanti di varia difficoltà, come tavolette, bouncer, skymmi, bosu, trampolini e molte altre.

Un’ altra importante struttura, su cui è imprescindibile lavorare è il core, ossia il nucleo centrale del nostro corpo. Esso si compone di un’unità esterna di muscoli superficiali e da un’unità interna di muscoli profondi; Il Core ha l’importante funzione di stabilizzare e proteggere la colonna vertebrale, migliorare la postura, rendendo più efficace il nostro corpo sia nella performance sportiva sia nella vita di tutti i giorni, e garantire protezione e stabilità alle zone lombare e pelvica.
Gli esercizi di stabilità del core devono progredire da un livello di base a difficoltà maggiori. Possono essere integrati con l’utilizzo di elastici, fluiball e trx (allenamento in sospensione).
Sei sei uno sportivo che deve prepararsi per una gara, se vuoi migliorare le tue performance o se vuoi semplicemente evitare infortuni e dolori, puoi contattarci o puoi venirci a trovare nello studio di Francavilla al mare in viale alcione 135/b (lido asterope). Saremo ben contenti di rispondere ad ogni tua domanda.

SOLUZIONI AVANZATE PER IL MAL DI SCHIENA

SOLUZIONI AVANZATE PER IL MAL DI SCHIENA

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Hai mal di schiena? Soffri da tempo di cervicalgia?

Nonostante hai provato tutte le cure possibili non riesci a trovare una soluzione alla tua lombalgia?

Vuoi trovare un rimedio efficace?

Allora segui ciò che ti sto dicendo!!!

 

In questo articolo parlerò del mal di schiena e di tutto quello che bisogna sapere per sconfiggere del tutto questa piaga che purtroppo oggigiorno affligge un numero elevatissimo di persone.

La lombalgia secondo gli ultimi dati dell’OMS (organizzazione mondiale della sanità) è la principale causa di disabilità nel mondo. Si pensi che solo in Italia ne soffrono oltre 15 milioni di persone. Un dato certamente più allarmante è che circa 80 persone su 100 affermano che hanno sofferto per un periodo della loro vita di questo disturbo.

Le cause sono numerose e le più comuni possono essere date da: squilibrio posturale, traumi, artrosi, malattie infiammatorie e dismetaboliche (osteoporosi, morbo di Paget, artrite reumatoide, spondilite anchilosante etc.), stress, stenosi spinale (restringimento del canale vertebrale)  degenerazione discale e sindrome miofasciale.

 

Cosa fare e come agire???

1- ricercare la causa: nella mia pratica clinica affronto questo problema quotidianamente e l’elemento che fa senza dubbio la differenza per un’ottima prognosi e per risolvere il problema in maniera definitiva sta nel riuscire in maniera netta a capire qual’è la causa che determina il problema.

Troppo spesso infatti,si vede un approccio terapeutico indirizzato verso il sintomo. Quando abbiamo un dolore, la prima cosa che facciamo è quella di prendere un antinfiammatorio o  un antidolorifico, cosa giusta magari nella fase acuta e cosa giusta se effettivamente il problema è di natura infiammatoria. Spesso però, in questo modo se vi sarà un beneficio sarà il più delle volte temporaneo, in quanto andremo ad agire esclusivamente sul sintomo!!!

Immaginate di paragonare il corpo umano ad una macchina. Come ci comportiamo con la macchina se si accende un spia?  Cerchiamo di interpretarla e consultando un meccanico speriamo di trovare la causa che ha fatto accendere il segnale per risolverlo!

La spia è quindi un campanello intelligente  che ci aiuta a prendere coscienza che qualcosa non funziona prima che il problema diventi più importante mettendo a rischio la “salute della macchina”!Identica cosa accade nel nostro corpo. La spia della macchina è il nostro dolore, una situazione di allarme finalizzata che ci dice  ciò che possiamo e ciò che non possiamo fare per non peggiorare la situazione.

Nel lavoro di tutti i giorni, capita di intervenire  in maniera spesso diversa per due lombalgie che potrebbero sembrare apparentemente  molto simili.

Con l’esperienza maturata e con l’aggiornamento costante che mi permette periodicamente di apprendere nuove tecniche, ho sviluppato un sistema integrato da trattamenti manuali, posturali e di terapie strumentale che utilizzo in maniera mirata e personalizzata su ogni singolo caso.

Nello specifico per risolvere una lombalgia, andrò, secondo le necessità,  ad utilizzare uno o più trattamenti tra questi che andrò a descrivere.

Tecarterapia:

la parola tecar è un acronimo che sta per “Trasferimento Energetico CApacitivo e Resistivo” . Attraverso l’utilizzo di radiofrequenza, permette di stimolare i normali processi riparativi ed antinfiammatori evitando proiezione di energia radiante dall’esterno.

Il principio fisico sfruttato dalla TECAR è quello del condensatore che ha permesso di sviluppare una tecnologia capace di sollecitare il tessuto dall’interno ottenendo una forte stimolazione a livello cellulare. La biostimolazione dei tessuti genera una forte vasodilatazione con un incremento della circolazione sanguigna, scomparsa del dolore, riduzione della contrattura muscolare e riassorbimento degli edemi.

Questo meccanismo crea una forte stimolazione a livello cellulare, che incrementa la temperatura interna e riattiva la circolazione, innescando precocemente i naturali processi riparativi.

Trattamento miofasciale manuale:

quando attraverso una valutazione, riscontriamo che il problema è di origine fasciale, il trattamento prevede l’individuazione e la successiva disattivazione di particolari punti grilletto, detti Trigger point.

Essi possono essere descritti come piccole masse o noduli dolorosi percepiti all’interno delle bande tese del muscolo. Elemento importante che li caratterizza, è che, la pressione su di essi riproduce i sintomi e irradia il dolore con una distribuzione specifica e riproducibile. I trigger possono essere racchiusi all’interno di muscoli lontani dal punto in cui viene percepito il dolore. Per approfondire leggi l’articolo nel blog:https://adfisio.com/2016/05/23/dolore-miofasciale-e-trigger-point/

Massaggio miofasciale con l’ausilio di IASTM:

IASTM è l’acronimo di instrument assisted soft tissue mobilization, una vasta gamma di attrezzi utilizzati da fisioterapisti ed osteopati in terapia manuale. Gli iastm, diversi per forma e materiale,vengono utilizzati in ortopedia, fisiatria, medicina sportiva e fisioterapia per il trattamento degli addensamenti fasciali, delle aderenze post-traumatiche e post-infiammatorie laddove è presente sintomatologia algica e limitazione funzionale.

Nelle mani di terapisti esperti, appositamente formati e con una buona conoscenza dell’anatomia, sono un ausilio indispensabile, non solo per la precisione e l’efficacia del trattamento, ma perché diventano strumenti che amplificano la percezione della qualità tissutale.

Vibrazioni, saltelli, blocchi di avanzamento, fascicolazioni, permettono di valutare in modo molto chiaro la consistenza qualitativa e quantitativa della sede disfunzionale. Lo strumento restituisce alla mano del terapeuta delle sensazioni/percezioni tali da poter guidare, in un feedback continuo, le modalità operative ottimizzandone le applicazioni.
L’entità e la collocazione degli addensamenti, è causa, com’è noto, di limitazioni funzionali importanti che possono a loro volta coinvolgere intere catene miofunzionali con conseguenze inevitabili sull’assetto posturale/globale e nella determinazione di patologie articolati secondarie.
L’eliminazione, per frammentazione, delle aderenze tipiche degli addensamenti tissutali da parte degli iastm, conduce ad un relais miofasciale che favorendo il ripristino della microcircolazione, facilita e rende possibile un miglioramento della mobilità di tessuti muscolari, legamentosi, tendinei o capsulari.

R.P.G:

Rieducazione Posturale Globale secondo Souchard.

E’ un importante e rivoluzionario metodo riabilitativo che nasce da studi, ricerche biomeccaniche e neurofisiologiche del Professor Philippe E. Souchard, docente di fama internazionale che ha creato ed elaborato la Rieducazione Posturale Globale.

L’R.p.g. ha come obiettivo finale il ripristino globale dell’equilibrio statico e dinamico del corpo, compromesso per l’intervento di spontanei meccanismi di difesa contro aggressioni esterne.

Il trattamento è qualitativo, basato su posture di stiramento progressivo attivo dei muscoli antigravitari (statici e di natura fibrosa), interamente gestite dal terapista con la partecipazione attiva del paziente.

La peculiarità dell’R.p.g. è di risalire dal sintomo alla causa; l’approccio della terapia è “globale” poiché gli stiramenti imposti si propagano fino alle estremità degli arti e durante la stessa postura vengono messi in tensione tutti i muscoli retratti interessati da una lesione.

Il principio dell’R.p.g. si basa sulle posture di stiramento muscolare attivo, le quali tendono a collocare in evidenza le catene di tensioni muscolari dei tendini e delle membrane che avvolgono i muscoli (che bloccano l’individuo in posizione di squilibrio). Le posture provocano l’allungamento attivo (partecipazione effettiva dell’individuo) e un posteriore rilassamento delle catene muscolari contratte e irrigidite. Per essere efficaci esse devono essere sistematicamente globali a differenza di altri tipi di trattamento. Una speciale attenzione è data alla respirazione. Le loro ripercussioni sono innumerevoli nelle sfere: motoria, statica, digestiva, circolatoria, mentale ed emozionale. Il buon funzionamento dei muscoli respiratori e principalmente del diaframma sono necessari ad un buon equilibrio.

Ricordando che, ogni   percorso rieducativo/riabilitativo è molto variabile da persona a persona, nell’articolo scritto, ho voluto mettere in evidenza i mezzi che possono, se giustamente utilizzati, eliminare definitivamente tutte le problematiche algiche legate alla colonna vertebrale.

Per ogni chiarimento o dubbio puoi contattarmi sulla mail info@adfisio.com ,sulla pagina facebook https://www.facebook.com/ADfisio/ o venirmi a trovare nel mio studio a Francavilla al mare in viale alcione 135/b (lido asterope), sarò contento di darti un consulto gratuito e senza impegno!!!

 

 

BUONO REGALO PER TRATTAMENTI FISIOTERAPICI!!!

Il natale si avvicina e forse è ora che inizi a pensare a cosa poter regalare. Se cerchi qualcosa di veramente utile e apprezzato  regala benessere e salute, buoni per tutte le tasche e usufruibili per l’intera durata del 2018.

Pacchetti scontati fino al 20% o semplici massaggi terapeutici!!! Contattaci per info al 3926376856 o vienici a trovare in studio,troveremo insieme la soluzione a te più indicata!!!

 

 

 

RIABILITAZIONE E ALLENAMENTO PROPRIOCETTIVO.

La propriocezione è la percezione del proprio corpo nello spazio. Essa assume un’importanza fondamentale nel complesso meccanismo di controllo del movimento, rappresentando la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo e lo stato di contrazione dei propri muscoli, anche senza il supporto della vista.

Tutto ciò è reso possibile per mezzo di specifici recettori posti nei legamenti, muscoli, tendini e capsula articolare che inviano informazioni a specifiche aree encefaliche del sistema nervoso centrale.

I centri superiori elaborano le informazione divenendo coscienti della posizione dei vari segmenti corporei e del loro spostamento durante il movimento inviando ai muscoli gli stimoli per apportare le dovute correzioni, sia in statica ce in dinamica.propriocezione

Questo sistema funziona perfettamente nel caso in cui il soggetto si trova in un buono stato di salute. Nel caso in cui, invece, si subisce un trauma, ecco che il sistema propriocettivo viene alterato. Basti pensare al soggetto che si procura una distorsione alla caviglia che non riesce più a camminare bene sul piede traumatizzato, che porta il peso sull’altro piede e alla fine avverte dolori al ginocchio controlaterale o alla schiena o in altri distretti corporei.

L’allenamento propriocettivo risulta di fondamentale importanza in molti campi:

  • Prevenzione degli infortuni, per avere un più rapido controllo della muscolatura , un maggiore equilibrio e riflessi più pronti;
  • Recupero completo dopo un trauma, per ripristinare i riflessi e riattivare tutti i canali informativi interrotti dall’infortunio;
  • Nell’allenamento dell’atleta per migliorare equilibrio, prevenire infortuni, migliorare il gesto tecnico e aumentare la forza;
  • Per migliorare l’equilibrio la postura ed i riflessi nella vita di tutti i giorni ;
  • Nell’anziano per prevenire e diminuire il rischio di cadute ed infortuni;

La rieducazione o l’allenamento propriocettivo si basa su sollecitazioni controllate ed applicate alle articolazioni, utilizzando sia esercizi in scarico che in carico naturale, in appoggio sul terreno o su piani oscillanti di varia difficoltà, come tavolette, bosu, trampolini e molte altre.

La propriocezione va effettuata preferibilmente senza scarpe per stimolare maggiormente i recettori. Per intensificare ulteriormente l’allenamento è possibile eseguire gli esercizi ad occhi chiusi, in quanto l’equilibrio è controllato anche dagli esterocettori (vista ed apparato vestibolare), che ricevono le informazioni dal mondo esterno e che assieme ai propriocettori, danno le informazioni esatte sulla posizione del proprio corpo. Gli esercizi ad occhi chiusi sono utilizzati per disturbare i sistemi d’informazione dell’equilibrio, e costringono il soggetto ad essere più sensibile agli altri canali d’informazione rimasti operanti. Infine, per rendere ancor più difficile l’allenamento propriocettivo è possibile creare dei percorsi con molte tavolette, pedane e terreni instabili, dove si potrà camminare, correre, balzare ed eseguire gesti tecnici relativi alla propria disciplina sportiva.

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QUANDO L’ANTINFIAMMATORIO NON BASTA!!!

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Sicuramente vi sarà capitato di avere un dolore sordo, che fa fatica a lasciarvi in pace, un dolore non facilmente localizzabile su di un muscolo che presenta una notevole tensione. Un dolore che determina debolezza e che migliora dopo aver fatto una doccia calda, un dolore resistente o poco reattivo al classico antinfiammatorio.

I numeri affermano quanto questa condizione sia estremamente frequente, essendo colpita l’85% della popolazione almeno una volta nella vita. Ebbene, stiamo parlando della sindrome mio fasciale o dolore muscolo scheletrico.

Si tratta di una condizione caratterizzata da dolore muscolare profondo con rigidità dell’area muscolare coinvolta, spasmi e debolezza muscolare.

La causa principale di questa fastidiosa patologia è da attribuire ai TRIGGER POINT veri e propri noduli dolenti all’interno di una banda rigida di un muscolo scheletrico che risulta dolorosa alla compressione, allo stretching e che dà luogo a dolore riferito distante dal punto stesso.

Alla palpazione il paziente riconosce il dolore provocato, come un dolore familiare, come lo stesso dolore che gli provoca il disturbo di cui soffre. Come riportato in figura, ne è un esempio il trigger point del muscolo sternocleidomastoideo. Il dolore può essere riferito come un mal di testa lungo la parte anteriore della fronte, un dolore oculare profondo (con alterazioni della vista), un dolore durante la deglutizione o dietro l’orecchio.

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(X = trigger point; rosso= decorso doloroso)

 

I trigger point possono insorgere per svariati motivi:

  • lavoro muscolare ripetitivo a basso carico;
  • posture prolungate;
  • sforzi muscolari;
  • traumi o stress;
  • insufficienza vitaminica o disfunzioni alimentari;
  • malattie generalizzate (influenza);

 

La diagnosi della sindrome mio fasciale è prevalentemente clinica e si basa sulla sintomatologia riferita e sull’esame obiettivo. Per individuare il trigger attivo si effettuano dei test muscolari e attraverso una palpazione con i polpastrelli si ricerca il nodulo all’interno della fascia contratta. Una volta individuato, si applica in maniera costante,graduale e lenta una pressione che viene mantenuta finché non si avverte un ammorbidimento del trigger stesso.

Ogni singolo tp attivo proietta il dolore in una precisa zona topografica del corpo che è uguale per tutti i soggetti. La disattivazione del tp attivo porta alla scomparsa immediata dei sintomi.

La pressione esercitata sulla zona dei trigger point riduce l’ipertono muscolare, aumenta il flusso di sangue e di ossigeno ai tessuti, favorisce la rimozione dei rifiuti metabolici e modifica la viscosità per un miglior movimento complessivo del tessuto. Quando viene applicata la compressione, il passaggio del sangue verso particolari tessuti sarà inizialmente ostruito ma quando la pressione viene rimossa il sangue , ricco di nutrienti, tornerà nella zona desiderata per migliorare il processo di guarigione. La sensazione che si prova è quella contemporanea di dolore e liberazione, una strana percezione che viene definito spesso come il “dolore piacevole”.

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Successivamente al trattamento, è di fondamentale importanza istruire il paziente sulla giusta esecuzione di esercizi di allungamento, da poter svolgere autonomamente e sulla presa di coscienza di tutte quelle posture e movimenti errati che hanno contribuito all’evoluzione della patologia.

POSTURA E RIEDUCAZIONE.

Sentiamo sempre più spesso parlare di postura, di quanto sia importante e di come essa,possa portare a disfunzioni e dolori.
Ma che cos’e’ la POSTURA???
In senso etimologico essa rappresenta la capacità del corpo di interagire nello spazio per attuare le funzioni antigravitarie con il minor dispendio energetico sia in deambulazione che in stazionamento.

In realtà la postura è però, qualcosa di più complesso, in quanto, entrano in gioco tantissimi elementi.
Infatti essa è influenzata dal sistema nervoso centrale e periferico, dai muscoli, dalle articolazioni, dall’apparato stomatognatico e dall’orecchio interno.

Nella postura non intervengono però solo fattori neurofisiologici e biomeccanici, ma altrettanto importanti sono le componenti emotive, psicologiche e relazionali. Essa riflette il nostro vissuto, l’ambiente, gli stati d’animo che viviamo: lo stress e i momenti traumatici, così come le condizioni di appagamento e il rilassamento influiscono notevolmente sulla postura, sulla respirazione, sull’equilibrio biochimico del nostro corpo.
Tutto ciò determina che la postura debba essere considerata come un qualcosa di altamente modificabile e dinamico.

Molti studi hanno evidenziato come i soggetti che presentano una postura curva, con la schiena piegata ed il capo chino, risultano più insicuri e introversi rispetto ai soggetti che camminano con il petto in fuori e la schiena dritta. E ancora, coloro che da seduti assumono posizioni più rilassate, con una gamba sollevata ed appoggiata sull’altra o con le braccia appoggiate sulla sedia vicina, sono più socievoli ma anche marcatamente più “dominanti” rispetto a coloro che stanno seduti con le gambe chiuse e le spalle abbassate, i “dominati”.
Tutto ciò fa capire come, avere una buona postura vada oltre lo stare con la schiena dritta!!!
E’ di fondamentale importanza quindi,agire su tutti gli elementi che entrano in gioco.
Personalmente,il mezzo che utilizzo e che mi ha permesso di ottenere degli ottimi risultati è la Rieducazione Posturale Globale secondo Souchard. (R.P.G.)
L’R.P.G. è una metodica ideata dal prof. Philippe Souchard ad inizio anni ’80 sulla scorta delle intuizioni di F. Mèzières. Essa si base su tre principi fondamentali:
1)Individualità: ogni individuo è essenzialmente diverso dall’altro e va quindi studiato nella sua
unicità. Qualsiasi patologia, sia essa osteomuscolare o meno, si manifesta con un’infinità di diverse sfumature in ognuno di noi. E’ necessario quindi studiare l’uomo e non solo agire con protocolli standardizzati sulla patologia.

2)Causalità:Troppo spesso si vede un approccio terapeutico indirizzato verso il sintomo, ad esempio un dolore lombare trattato unicamente con terapia antinfiammatoria o terapie che agiscono direttamente o indirettamente solo sul dolore. In questo modo se vi sarà un beneficio sarà il più delle volte temporaneo, infatti, non si sarà risolta la causa che ha portato la patologia la prima volta. A questo si sommeranno tutti i compensi meccanici e gli atteggiamenti antalgici che la nostra struttura mette in atto in maniera completamente automatica ed incosciente, che renderanno ancora più difficile il trattamento sintomatico successivo. La R.P.G. attraverso un
attento studio del paziente, biomeccanico e non solo, riesce sistematicamente a risalire alla CAUSA del dolore, eliminando altresì tutti i compensi messi in atto anche durante anni di sofferenza. Solo individuando e aggredendo la causa si potrà veramente eliminare il sintomo alla radice, avendo dato al corpo del paziente la capacità di mantenere le correzioni e non avere problemi di recidive.

3)Globalità:Vera e propria “arma” di questa metodica che ci permette di trattare il paziente nel
suo insieme corporeo, non permettendo e contemporaneamente eliminando tutti i compensi
necessariamente messi in atto a causa del problema principale. Il corpo spesso c’inganna mettendo in atto strategie per sfuggire al dolore, è cosi che una banale distorsione ad una caviglia può risalire fino a dare un problema cervicale, difficile da mettere in relazione se non viene studiato il paziente nella sua globalità. Questo è un esempio banale di come il nostro corpo compensi, trovando degli aggiustamenti strutturali ( nel caso della distorsione si potrà avere un carico minore sull’arto inferiore dolente che farà inclinare il bacino, questa inclinazione potrà causare un compenso sulla colonna fino ad una tipica elevazione della spalla controlaterale alla lesione ed un eventuale
interessamento asimmetrico della muscolatura cervicale). E’ per questo che si utilizzano le POSTURE, posizioni che permettono dei micro aggiustamenti in globalità, e quindi senza compensi, con un’attività muscolare isometrica nelle posizioni sempre più eccentriche dei muscoli che hanno prodotto il problema originario.

Da questo possiamo dedurre le sostanziali differenze tra l’ R.P.G. e la ginnastica posturale.
La ginnastica posturale è GINNASTICA! Viene praticata in palestra da un istruttore o personal trainer (raramente da un fisioterapista). Come tutte le forme di ginnastica viene svolta in gruppo, con un programma unico, non diversificato a seconda dell’assetto posturale della persone e di eventuali problematiche, ad eccezione di piccole varianti proposte sui vari esercizi.
La Rieducazione posturale è riabilitazione e viene svolta unicamente da un fisioterapista che abbia conseguito una specializzazione in RPG.
Pertanto la ginnastica posturale andrebbe effettuata come prevenzione o mantenimento ma non in condizioni patologiche.
Un trattamento di rieducazione posturale si serve di posture, successive a un’indagine che il terapista avrà svolto sul paziente, l’osservazione del suo atteggiamento posturale e la risposta di correzioni. Essendo un metodo propriocettivo di inibizione, si ricerca la posizione in cui si evidenzia la sintomatologia, facendola regredire a mano a mano che le tensioni muscolari diminuiscono.
Una volta ottenuto il rilasciamento, la progressione può riprendere, mettendo il muscolo e la catena miofasciale alla quale appartiene, sempre più in allungamento. 
A scopo preventivo e per impedire il ritorno dell’irrigidimento dei muscoli della statica è indicato proporre specifiche auto posture da eseguirsi a domicilio.

LA CAPSULITE ADESIVA (SPALLA CONGELATA)

Questa alterazione, detta anche capsulite o periartrite, è una condizione caratterizzata dallo sviluppo di aderenze dense e retrazioni capsulari.

L’inizio insidioso di solito appare tra i 40 e 60 anni senza una causa nota e colpisce prevalentemente le donne rispetto agli uomini.

La patologia comporta una severa limitazione dei movimenti della spalla. Il dolore costante, che tende a peggiorare nelle ore notturne, può rendere impossibili anche i gesti più semplici.

spalla congelata 4

In condizioni normali l’articolazione della spalla, grazie alla sua particolare conformazione anatomica, permette di compiere un’ampia gamma di movimenti. Quando un paziente sviluppa la spalla congelata però, inspiegabilmente, la capsula che la avvolge diventa rigida e forma delle aderenze. La perdita di elasticità e la compromissione di alcune strutture anatomiche con cui prende contatto causa il dolore ed il blocco della spalla.

La capsulite si manifesta generalmente in maniera progressiva, attraverso tre fasi:

  1. Congelamento”: caratterizzato da dolore intenso anche a riposo e limitazione del movimento in 2-3 settimane dall’inizio. Questi sintomi possono perdurare da 10 a 36 settimane.
  2. Congelata”: caratterizzata da dolore col solo movimento, significative aderenze e limitazioni al movimento gleno-omerale con movimenti sostitutivi della scapola. Vi è atrofia del deltoide, della cuffia dei rotatori, dei muscoli del bicipite e tricipite. Può durare dai 4 ai 12 mesi.
  3. Scongelamento”:caratterizzata da assenza di dolore ma presenza di significative restrizioni capsulari causate da aderenze. Dura dai 2 a 24 mesi

Le limitazioni funzionali e le disabilità più comuni sono date dall’incapacità di raggiungere punti sopra e dietro la testa, all’infuori lateralmente e dietro la schiena; così si hanno difficoltà a vestirsi (indossare la giacca, allacciarsi il reggiseno) ad infilare la mano nella tasca posteriore, nella cura personale (pettinarsi,lavarsi la faccia o i denti) e nel portare le posate alla bocca. Inoltre si avrà difficoltà nel sollevare oggetti pesanti e nell’effettuare azioni ripetitive.

Il trattamento ha come obiettivo la riduzione del dolore ed il ripristino delle normali funzioni della spalla. , attraverso il recupero del rom (sia passivo che attivo).

Per il controllo del dolore utili sono le terapie fisiche quali tecar, ultrasuoni, laser ed onde d’urto focalizzate.

Per il recupero del movimento, è invece fondamentale, eseguire mobilizzazioni passive ed attive assistite, effettuate da un terapista della riabilitazione. Successivamente verranno indicati esercizi specifici da svolgere anche presso il proprio domicilio.

Ogni intervento riabilitativo dovrà comunque essere personalizzato e specifico, tenendo conto dello stadio della patologia.

Importante è ricordare che più del 90% dei pazienti con spalla congelata migliora con la fisioterapia, anche se spesso il recupero completo può richiedere anche più di un anno. Solo in pochissimi casi è necessario ricorrere all’intervento chirurgico di release capsulare in artroscopia.